Se sei un genitore

Se sei un genitore,
laureato in filologia o meno,
davvero vuoi che tuo figlio sia educato, istruito, fatto crescere, attrezzato per il suo futuro….
in questo modo ? Riesci a a capire cosa dice ?

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Antonio Fundaro
Cosa sono gli «Schemi formali» di programmazione educativa-formativa collegiale interdisciplinare e a cosa servono in una prospettiva interdisciplinare e verticale dell’organizzazione didattica, educativa e formativa della scuola. Si tratta di schemi unitari e pluridimensionali che si fondano su una stessa struttura logica e si articolano su una linea logico-metodologica, con sviluppi diversi in rapporto al grado di maturazione della personalità del ragazzo, nell’arco dei 5 anni, in cui frequenta la scuola Primaria, dei 3 in cui frequenta la scuola Secondaria di primo grado o dei 5 in cui frequenta la scuola Secondaria di secondo grado.
Pertanto, gli «schemi formali», si differenziano dai «Piani delle competenze» e dai «Programmi», per i sottoelencati motivi:
1) sono schemi di tipo formale, perciò non presentano contenuti, ma solo la trama logico-strutturale, entro la quale i docenti collegialmente, (meglio che individualmente), collocheranno i con tenuti recependoli e desumendoli:
a) dall’analisi delle diverse situazioni in cui operano e delle diverse culture di origine;
b) dall’esame e dall’individuazione delle possibilità effetti ve degli alunni;
c) dagli orientamenti programmatici, dai contributi significativi che potranno essere recati da genitori e da altre forze interessate all’opera della scuola…, una pluralità di contenuti la cui interdisciplinarità è garantita proprio dalla trama logica, (gli schemi), nella quale si verranno a collocare;
2) hanno carattere strutturale interdisciplinare, perché non presentano le discipline già fatte e disposte in modo che gli alunni possano apprenderle e ricordarle, bensì indicano il principio, logico-metodologico, attraverso il quale le discipline stesse debbono essere costruite, nella scuola, da alunni, docenti, genitori, partecipativamente.
Tale principio viene individuato nel concetto di ricerca, di intendersi non come ricerca di dati, di nozioni, di contenuti la quale non è ricerca, bensì raccolta. Raccolta processo logico, attraverso il quale ogni soggetto realizza se stesso, sviluppando le proprie capacità, accrescendo la propria cultura, formandosi come persona autonoma, il che vuol dire capace di pensare e di operare con «la propria testa», in un rapporto di solidarietà con gli altri.
Il concetto di ricerca viene pertanto ad esplicarsi, nella progettazione educativa interdisciplinare, come:
a) ricerca-analisi costante della situazione in sviluppo in cui si vive e si opera;
b) ricerca-individuazione-costruzione degli obiettivi finali del processo educativo;
c) ricerca-costruzione degli obiettivi intermedi, che si collocano tra le situazioni di partenza e gli obiettivi finali;
d) ricerca-processo di indagine – di sperimentazione – di scoperta – di costruzione – di creazione del soggetto, attraverso le attività, da intendersi come esperienze, conoscenze, abilità, modi di vivere e di comportarsi…, ad ogni livello: linguistico, storico, scientifico, geografico, matematico, etico, sociale, culturale.
La ricerca come metodologia interdisciplinare di ricerca e analisi: le fase attuative
La ricerca la si deve intendere come metodologia interdisciplinare di ricerca e di analisi da parte dei docenti in collaborazione con i genitori e gli organi collegiali della situazione psicologica, ambientale, antropologica, scolastica. Dopo avere ricercato gli obiettivi finali, fa formulata una “Ipotesi della formazione” sia sul piano “cognitivo” che su quelli “affettivo” e “psico-motorio”.


Alessia Rivelli
“In tale cambiamento l’inclusione fa un passo avanti verso un inserimento stabile e funzionale riferite alla società e alle attività inclusive orientate sulle potenzialità personali che proiettano individui su obiettivi di sviluppo sostenibile”


Immancabile, ovunque
“la dimensione diacronica e sincronica degli avvenimenti storici”
“assumere prospettive di analisi in chiave multiculturale ed interculturale nella prospettiva della coesione sociale”


Linee guida di Educazione Civica
“assumendo più propriamente la valenza di matrice valoriale trasversale che va coniugata con le discipline di studio, per evitare superficiali e improduttive aggregazioni di contenuti teorici e per sviluppare processi di interconnessione tra saperi disciplinari ed extradisciplinari.”


Dirigente Ministeriale MB
“Faccio interagire questi temi lungo le attività che i docenti già devono in qualche maniera tematizzare”