La gara di canottaggio

Una società italiana ed una giapponese decisero di sfidarsi annualmente in una gara di canottaggio, con equipaggio di otto uomini.

Nonostante ogni squadra si fosse allenata duramente per arrivare al giorno della gara al meglio della forma, i giapponesi riportarono una vittoria schiacchiante, con un vantaggio di oltre un chilometro.

Dopo la sconfitta il morale della squadra italiana era a terra. Il top management decise che avrebbero dovuto vincere la gara dell’anno successivo e mise in piedi un gruppo di progetto per investigare il problema. Per compensarlo della mancata elezione in parlamento fu nominato capo del gruppo ingegneristico un filosofo ottantenne.

Il gruppo di progetto, dopo analisi attente ed approfondite, scoprì che i giapponesi avevano sette uomini ai remi ed uno al comando, mentre la squadra italiana aveva un uomo che remava e sette che comandavano.

In questa situazione di crisi il management dette una chiara prova di capacità gestionale: ingaggiò immediatamente una società di consulenza per investigare la struttura della squadra italiana. Fu scelta quella presieduta dal figlio del ministro.

Dopo molti mesi di duro lavoro, con una spesa di soli 850.000 euro per la consulenza, gli esperti giunsero alla conclusione che nella squadra c’erano troppe persone a comandare e troppo poche a remare.

Con il supporto degli esperti fu deciso di cambiare immediatamente la struttura della squadra.

Ora ci sarebbero stati quattro comandanti, due supervisori dei comandanti, un capo dei supervisori ed una persona ai remi. Inoltre si introdussero una serie di incentivi per motivare il rematore: era necessario ampliare il suo ambito lavorativo e dargli più responsabilità.

L’anno successivo i giapponesi vinsero con un vantaggio di due chilometri.

La società italiana licenziò immediatamente il rematore a causa degli scarsi risultati ottenuti sul lavoro, ma nonostante ciò pagò un bonus al gruppo di comando come ricompensa per il grande impegno che la squadra aveva dimostrato.

La società di consulenza preparò una nuova analisi, dove si dimostrò che era stata scelta la giusta tattica, che anche la motivazione era buona, ma che il materiale usato doveva essere migliorato.

Al momento la società italiana é impegnata a progettare una nuova imbarcazione. Il progetto è stato affidato alla società guidata dal figlio del Presidente dell’”Ente di Coordinamento degli enti sportivi di coordinamento”, e dispone di un limitato budget di due milioni di euro, messi a disposizione dal Ministero.